Titolo intrigante che lascia un po’ di mistero su cosa intenda dirvi oggi.
Una cara amica, pochi giorni fa, mi ha fatto una domanda che mi ha dato da pensare.
“Ma come fai, non vedendo, a creare i personaggi nei tuoi racconti e riuscire a renderli tanto diversi tra loro?”
In effetti questa non è affatto una domanda banale.
Io non vedo da trenta anni eppure riesco a immaginarmi le persone dalla loro voce.
Non intendo dire affatto che io riesca a capire dalla voce come è fatta fisicamente una persona, intendo dire che dalla voce io mi creo una immagine mentale che pian piano completo dando poi una fisicità alla persona stessa.
Non ci azzecco praticamente mai, solitamente le immagini che mi creo sono totalmente diverse dalla realtà.
Però me le creo, in un certo senso invento una persona. E questa persona poi la inserisco come personaggio dei miei romanzi.
E cosa c’entrano le voci?

Spesso mi ritrovo a dialogare con persone che io non ho mai visto e che mai vedrò. Ipotizzate, tanto per farmi capire, la signorina del call center che vuole rifilarvi qualche abbonamento.
Ecco, per me, siete tutti delle voci, solo voci e ogni caratteristica io posso acquisirla dal tono, dal suono, dal modo di parlare, dall’umore, ecc…
Io spesso, per creare i personaggi dei miei romanzi, mi rifaccio a persone che conosco realmente ma con il quale mi sono sempre limitato solo a parlare.
Ecco, dalla voce io inizio ad immaginare a quale tipologia di persona potrei abbinarla.
Una amica, radiosa, divertente, spiritosa e anche dolce, io, ad esempio, nel mio romanzo ho creato Sharon.
Neko, la splendida fanciulla caduta dalle stelle in braccio ad Alessio, mi ricorda una mia collega di nuoto, tanto forte e materialista quanto fragile quando si affrontavano argomenti sentimentali.
Boris è il classico omone, voce baritonale, forte, deciso, un vero leader. Lui l’ho creato prendendo spunto dalla voce di un mio vecchio collega di lavoro.
Effettivamente, queste mie conoscenze sono fisicamente diverse dai miei personaggi. È rimasta solo la loro voce, con intorno qualcosa che io gli ho creato.
Molti scrittori, per rendere i personaggi diversi tra loro, utilizzano loro conoscenze cambiando qualche dettaglio solo per adattarli alla storia.
Ma io non posso, io ho solo le voci intorno a me. Non vedendo, diventa difficile anche riuscire ad apprezzare l’aspetto altrui.
Come se io vi dicessi che una ragazza è bellissima.
E quindi? Cosa si intende per bellissima? Mancano tutti i dettagli, altezza, misure, colore occhi, capelli lunghi, corti, biondi o neri…
Ma se pur io dovessi scrivervi dettagliatamente tutte le caratteristiche di questa fantomatica ragazza bellissima, anche per voi sarebbe solo una immagine che vi create basandovi sulle mie descrizioni.
O quindi avete la fortuna di incontrare personalmente questa ragazza o vi servirebbe una fotografia per transitare da una persona creata nella vostra mente alla realtà.
Serve vederci o tutto diventa fantasia.
E io, di fantasia ne ho molta, nessuna foto può farmi comprendere le caratteristiche di qualcuno.
E allora, queste caratteristiche me le invento ascoltando un mondo per me pieno solo di voci.
Con queste poche righe, ho solo voluto spiegare da dove nascono le peculiarità dei miei personaggi.
E vi assicuro, lo dico per chi vede senza nessuna polemica, imparare a percepire nei dettagli una voce, oltre che essere piacevole, vi farà comprendere molti aspetti della personalità di chi è proprietario di quella voce.
“Allora, tu che non ci vedi, dovresti toccare”
E figuriamoci se qualcuno non me lo diceva….
No! Non posso andar in giro a toccar tutto e tutti.
Le voci mi sono sufficienti.
Un abbraccio,
Roberto Abutzu