E così lunedì Neko sarà a Torino alla fiera del libro.
E verrà presentato alle ore 15:00 e ci troverete nello stand della regione Sardegna. Ci sarò anch’io, Roberto, colui da cui è nato questo romanzo.
Nel mio blog potrete leggere il primo capitolo e diversi piccoli racconti che mi diletto ogni tanto a inserire.
E se invece il primo capitolo volete ascoltarlo, di corsa al mio canale YouTube dove è presente in audio
Dimenticavo, i miei piccoli racconti potrete scaricarli gratuitamente in formato pdf dal mio blog.
In questo articolo voglio invece inserire altre tre piccole porzioni tratte da Neko, potrete conoscerla meglio, ma anche Alessio, il campione di nuoto che si ritrova in mezzo a un conflitto spaziale. Ed Elena, la sorella cieca di Alessio, bel peperino quella, anche lei passerà dalla vita tranquilla del paesello alle divertenti battaglie con gli extraterrestri che hanno invaso il sud Sardegna.
Spero di riuscire ad accendere ancor di più la vostra curiosità e ci vediamo il 13 maggio alla fiera del libro.
Roberto Abutzu
Prima:
– Senti bellezza – lasciò passare qualche secondo – tu ti sei preoccupata del fatto che se accetto questa tua missione dovrò rinunciare a quello per cui fatico da anni? E dove sono i tuoi di valori?
– Faremo in modo di trovare anche il tempo per i tuoi allenamenti. Questi miei studi non dovrebbero portarmi via troppo tempo. Sarai presente alle tue gare – promise. – E io sarò al tuo fianco – rimase in attesa di ulteriori proteste.
– Scusa, mi è venuto un dubbio – cambiò discorso lui: – dove hai intenzione di fermarti stanotte?
– Io? Io resto con te – rispose Neko con aria disarmante.
Lui si tenne stretto alla sedia: – Va bene. Immagino che tu sia già al corrente che vivo solo. Sai anche che a casa mia c’è un solo letto? Grande, ma sempre uno.
– Sì. So che vivi solo e non sei accoppiato – poi domandò curiosa: – Ci stiamo entrambi in questo letto? È il vostro luogo del riposo?
– Non solo – accennò Alessio prima di bloccarsi.
– Non solo cosa? – ripeté lei accigliata.
– Niente – provò a svincolarsi – dicevo che non solo è grande ma anche comodo. Per il riposo intendo.
-Dalla tua espressione credo intendessi l’accoppiamento – esclamò Neko con aria maliziosa.
– Io? Assolutamente no. Ma poi… – Alessio picchiettava imbarazzato le dita sul tavolino. – Senti… Se siete sopravvissuti 12.000 anni immagino che anche da voi l’accoppiamento, come lo chiami tu, debba andare di moda come da queste parti.
Lei, tuttavia, non parve affatto imbarazzata e precisò: – Vero, ma il luogo del riposo è solo per dormire. Su Vermega abbiamo altri luoghi per l’accoppiamento.
Il terrestre ne rimase scandalizzato: – Alla faccia della fantasia. Un po’ monotono vivere in un pianeta dove tutto è programmato in ogni dettaglio.
– Forse sì, ma risulta funzionale.
Lui le si avvicinò e con tono ironico bisbigliò: – Non ci crederai, bellezza, ti assicuro che è funzionale anche da noi – poi tornò serio: – Ok, eravamo rimasti al mio letto. Non sarà facile ma dovremmo starci. Al massimo vado sul divano come tutti i galantuomini di questo pianeta.
Seconda:
Neko annuì rielaborando tutto quello che le aveva detto: – Dove trovo questo lavandino?
– Basta! Vai e lo capisci da te. – Lei si alzò e si diresse nella direzione indicata. Lui afferrò il telecomando dello stereo e fece partire un CD di Paganini, prima di tornare ad accomodarsi sul divano.
– Bella. Cos’è? – chiese Neko riaffacciandosi.
– Musica. Musica classica per l’esattezza.
– Anche noi la ascoltiamo da sempre. – Sparì di nuovo. Si udì un urlo e Alessio velocissimo si precipitò in suo soccorso.
– Ti sei fatta male? – le chiese fiondandosi all’interno e venendo colpito dall’accappatoio in piena faccia.
– Fuori! Perché devi entrare in ogni luogo del privato dove sono io? – gli ringhiò furente Neko, mentre cercava di coprirsi con le mani essendosi già levata la biancheria da Viaggiatore.
Alessio sgattaiolò rapido richiudendosi la porta alle spalle. Infine chiese: – Ti ho sentito urlare. Tutto bene?
– Sì, tutto bene. Ma qual è la manopola del vaporizzatore? Ne ho aperte due ma da entrambe esce fuori solo acqua, una calda e una fredda – sentì il suo respiro affannato. Trattenendosi a fatica dallo scoppiare a ridere, Alessio le spiegò il funzionamento del lavaggio terrestre e aggiunse: – Ti ho lasciato un affare a terra rosso. Si chiama bagnoschiuma. Usa quello per pulirti e poi lo fai andare via con l’acqua.
– Mi hai vista tutta? Nuda? – volle appurare Neko.
– Io? No. Assolutamente no.
– Stai mentendo.
Ennesimo sforzo per trattenersi: – Mi crederai, forse è presto ma dopo mi crederai – le rispose lui allontanandosi, ringraziando quel pianeta che col suo clima aveva agito negativamente solo sui capelli della gente.
– Vattene! – udì tuonare mentre tornava al divano sognante, lasciandosi trasportare dal violino del grande Niccolò.
Terza
Lei annuì e come risvegliata chiese: – È cieca? E si chiama Elena?
Lui confermò col capo. La viaggiatrice si emozionò e le si inumidirono gli occhi. Corse in salotto e Alessio le andò dietro. Neko arrivò davanti a Elena, si inginocchiò e le prese dolcemente la mano. La baciò e disse: – Perdonami. Non avevo capito che non vedi. Elena, hai un nome glorioso per il mio popolo. Il più importante.
La ragazza cieca rimase spiazzata da tutta quella formalità e le si avvicinò cauta: – Grazie. E tu chi saresti?
– Neko. Il mio identificativo… il mio nome è Neko – la Viaggiatrice si voltò verso Alessio non sapendo più cosa dire. Lui era rimasto paralizzato nell’osservare quel cerimoniale che aveva inscenato la sua nuova collega. Che fosse il modo di presentarsi nel suo pianeta? Infine le andò in soccorso: – Elena, lei è Neko ed è la persona con la quale collaboro.
– Neko? È un nome giapponese. Ale, non sapevo avessi trovato lavoro.
– Perdonami, Elena, se mi porgo a te solo con la biancheria dei Viaggiatori – intervenne Neko con aria dispiaciuta. Alessio arrossì: – Non posso farcela. Più facile attraversare laghi a nuoto. No, non posso farcela – disse sottovoce.
– Cosa non puoi fare? Posso aiutarti? – chiese Neko con fare premuroso fissandolo con i grandi occhi azzurri che inumiditi erano ancora più brillanti.
-Lascia perdere, poi ti spiego.
– Neko, non preoccuparti – la tranquillizzò Elena – sono donna anch’io. Se la tua biancheria va bene a mio fratello, non è a me che devi spiegazioni – pur non vedendolo si girò verso il fratello maliziosa.
– Aspetta, io non… – Alessio tacque consapevole che alla sorella non sarebbe riuscito a raccontare una balla credibile.
Elena sorrise: – Ho sentito parlare di varie tipologie di biancheria intima, quella dei Viaggiatori però non la conoscevo. Forse è anche meglio. – Si mise più comoda prima di domandare: – Sono per lei i vestiti che ti ho dovuto procurare?
– Sì, grazie – Alessio raccolse il borsone e iniziò a svuotarlo. Elena gli aveva portato metà del suo armadio. Si rivolse a Neko: – Provali e vedi cosa ti sta.
Lei annuì distratta e riportò l’attenzione sulla sorella: – Sai Elena, tanto tempo fa il mio popolo dovette fuggire dalla terra dove aveva sempre vissuto – Neko si sedette per terra a gambe incrociate proprio davanti a lei – partirono tutti verso una nuova destinazione e vennero guidati nel viaggio dai Regnanti. Il Re però morì lungo il tragitto, di una malattia che nessuno riuscì a curare. Il comando venne assunto dalla Regina, che condusse la mia gente sino alla destinazione prescelta. Con tanta determinazione e saggezza, quella donna riuscì a far insediare il mio popolo in una nuova terra, permettendogli di proseguire nella sua esistenza. Quella grande Sovrana regnò sino alla vecchiaia e noi la consideriamo colei che ha evitato l’estinzione del regno di Vermega. Oggi viene ricordata ai bambini nel luogo dell’istruzione. Nessuno ha mai più ripreso il suo nome. – Si fermò emozionata dalla rievocazione della storia.
Alessio non capiva il motivo di quella rivelazione, ma Neko era stata abile a non far trapelare che parlasse di viaggi spaziali.
– Sembra una bella storia. Ma perché me la stai raccontando? – chiese Elena confusa.
– Quella regina si chiamava Elena ed era cieca come te.
Alessio rimase di ghiaccio e la sorella si commosse. Alzò una mano e cercando nell’aria arrivò a toccare Neko sulla testa. Questa non si mosse.
– Grazie, ne avrò un buon ricordo anch’io. Come si chiama la terra del tuo popolo?
– Vermega. Il regno di Vermega.
– Non lo conosco. Proverò a cercarlo sul web – tornò ad appoggiarsi allo schienale.
Neko si alzò silenziosa, raccolse il borsone e si diresse al bagno.
– Vuoi qualcosa da bere? – chiese Alessio prendendo la mano della sorella.
– Hai ancora quell’ottima birra che mi hai fatto assaggiare la settimana scorsa?
– Sì, almeno sei bottiglie. Sorellina, oggi è proprio giornata da birra.
Elena abbassò il tono della voce: – Ma dove l’hai trovata? Pare uscita dal Medioevo.
Alessio ci pensò un attimo: – Veramente è lei che ha trovato me – si alzò ed entrò in cucina.
– È bella, vero? Sento che è bellissima. Anche se non ha i capelli. So che Neko è meravigliosa – lo stuzzicò curiosa.
– Molto di più, Elena – confessò.