Simonetta Uccheddu, premio alla carriera

Premio alla Carriera Simonetta Uccheddu - targa

Il giorno 8 agosto 2024 mi son ritrovato nella piazza sottostante alla Torre Sabauda a Calasetta.

Sul piccolo palco allestito, il presentatore e moderatore Claudio Moica e una piccola grande donna, come già scritto dalla Pettirosso Editore qui, una di quelle anime che tanto fanno ma che solo in pochi se ne accorgono.

Pochi giorni prima io Roberto, con il mio romanzo Neko, ero stato premiato per aver vinto il premio internazionale

4^ edizione del Concorso “A vuxe de Câdesédda”.

Neko è uscito un anno fa, il mio primo romanzo nato tanto per passare il tempo e, dopo la Fiera del Libro a Torino, dove ho rappresentato la regione Sardegna, ecco la telefonata che ti dice:

“Guarda che hai vinto tu!”.

L’orgoglio e l’incredulità hanno preso il sopravvento e dal 3 agosto mentalmente ero nella mia nuvoletta fiero di qualcosa che neanche sapevo di come esserci riuscito.

Alla premiazione di Simonetta però ho lasciato il mio successo lassù e ho rimesso i piedi in terra.

Simonetta sul palco con tutta la sua famiglia e le persone che l'hanno sostenuta

Per quanto conosca bene Simonetta, avendo letto, corretto e digitalizzato il suo racconto tempo prima, l’emozione nel sentirla esporre la sua storia mi ha per fortuna ridato quell’umiltà che sempre mi ha caratterizzato e che per qualche giorno avevo smarrito.

Certo che Neko è una bella storia e piace, ma qui stiamo parlando di una donna che da sola ha tirato fuori dall’inferno dell’alcolismo migliaia di persone.

E che tutt’ora continua a farlo, nascondendosi dalla popolarità, solo ascoltando quello che sente:

“Qualcuno ha bisogno, devo andare subito ad aiutarlo”

E tante volte Simonetta, notte, giorno, bello o brutto tempo, festività o meno, ha mollato tutto solo per tendere  entrambe le mani a qualcuno disperato. Con una l’aiutava a rialzarsi, con l’altra gli portava via la maledetta bottiglia.

Sono ben 34 anni che Simonetta aiuta tutti nel Sulcis.

Simonetta Uccheddu durante la premiazione

Ecco, di fronte  alle sue imprese, non trovo altro termine per descrivere quello che ha fatto Simonetta, mi son chiesto quanto davvero abbia fatto io.

Per quanto, in pochi lo sanno, quando vedevo sono stato cinque anni volontario al Cottolengo di Don Orione a Milano.

Quando le diottrie hanno deciso di divorziare da me, ho dovuto smettere. Ma questa è un’altra storia.

Attenzione, non è che smetto di scrivere o che comunque sminuisco Neko, forse ho solo capito quanto a volte sia tanto facile volare e quanto poi sia tanto difficile tornare con i piedi a terra nella quotidianità e nelle prove che a volte incontriamo nel nostro cammino.

Qualcuno penserà che questo mio piccolo articolo sia l’ennesima leccata. Bene, ditelo a tutti quelli che per la bottiglia hanno perso lavoro, famiglia e soprattutto la propria dignità.

Tutte queste cose, a migliaia, le hanno ritrovate grazie a Simonetta.

E voglio ricordarvi dove acquistare la sua biografia:

Io, la bottiglia e la vita

Tutti i ricavati del libro di Simonetta andranno alla sua associazione Amici per la vita, che continua a lanciare salvagenti a chiunque stia annegando nell’alcol.

Dopo la premiazione, io e Simonetta ci siamo anche abbracciati, entrambi commossi e tutti lacrimoni.

Ecco, in un mondo dove commuoversi è diventato un segno di debolezza, io vado contro corrente e sostengo che ogni lacrima versata a volte è il primo gradino verso i  sorrisi. E quando li troviamo, godiamoceli.

PS:

Qualcuno mi dirà:

“Parli proprio tu che nel tuo romanzo il personaggio principale fa sbronzare gli alieni a Martini?”

Vero! All’inizio di Neko, però nella prima pagina è ben specificato che è solo frutto della mia fantasia.

E l’alcol, nei racconti di fantascienza non ha mai fatto male a nessuno.

Un bacio grande Simonetta.

Roberto Abutzu

Simonetta Uccheddu, premio alla carriera

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